Alessandro Cortese de Bosis


Alessandro Cortese de Bosis, (Roma, 1926), è un ex diplomatico italiano. Nato a Roma da famiglia di letterati e antifascisti - suo nonno era Adolfo De Bosis, suo zio fu Lauro, l’autore del famoso “volo su Roma”, e sua zia Virginia Vacca, studiosa dell’Islam - si laureò nel 1948 all’Università di Roma in giurisprudenza, intraprendendo la carriera diplomatica nel 1955. Nel 1956 fu vice console a Parigi, mentre dal 1958 fu membro della Delegazione permanente d’Italia presso l’O.E.C.E., sempre a Parigi. Dopo diversi incarichi tra Roma, Budapest e Parigi, nel 1962 venne destinato a Mosca, Unione Sovietica, dove rimase fino al 1966, quando fu trasferito a Washington, negli Stati Uniti. Rientrato in patria nel 1969, nel 1976 divenne Console generale a New York. Nel 1982 fu promosso ad Ambasciatore d’Italia in Ungheria, incarico che lascerà l’anno seguente, con la nomina a Direttore Generale delle Relazioni Culturali del Ministero degli Esteri. Nominato nel 1985 ambasciatore a Copenaghen, in Danimarca vi rimase fino al 1990 quando fu trasferito presso il Quartier generale della Forza Multilaterale e Osservatori per il Sinai in Roma, con l’incarico di Consigliere Diplomatico. Lasciata la diplomazia, una volta in pensione, si dedica ad iniziative culturali, come la curatela delle opere e della memoria dello zio Lauro De Bosis, poeta e aviatore antifascista. Sua moglie era la pianista Marina Boesch (pronipote di Aurelio Saffi), morta nel 2012. Dal 2013 è presidente della Associazione nazionale combattenti forze armate regolari guerra di Liberazione (ANCFARGL).

Autore di molti libri, fra i quali “In Terra di Nessuno: gli Ufficiali Italiani con i Reggimenti Alleati” in cui racconta la sua esperienza in qualità di ufficiale di collegamento con il 6°/13° Frontier Force Rifles dell’8° Divisione Indiana. Quando gli viene chiesto perché ha sentito il bisogno di arruolarsi, risponde: “E’ molto semplice. Mi serviva di fare l’autostop fino alle Alpi per liberare l’Italia. Voi me ne avete data la possibilità”.


Conversazioni con l'Ambasciatore